
Babaji è uno yogi immortale di 400 anni che vive sull’Himalaya. Si ritiene che egli abbia la facoltà di assumere l’aspetto che desidera, apparendo ai seguaci sotto altre forme, ad esempio quelle di un giovane monaco ascetico, di un discepolo, ecc. Alcuni pensano che si incarni di tanto in tanto, mentre altri credono che sia stabilmente incarnato e ringiovanisca il suo corpo grazie a una pratica yogica conosciuta a pochissimi. Questo può succedere perché Babaji è un avatar, ovvero uno spirito che ha finito il ciclo di incarnazioni e può decidere di tornare ad incarnarsi di tanto in tanto per aiutare il genere umano. Ovviamente con i Registri Akashici non ci serve che sia incarnato.
“Baba” significa semplicemente “Padre”. Il suffisso“ji” si utilizza per indicare rispetto. Il mantra che Babaji consigliava ai suoi discepoli di ripetere in ogni momento del giorno è “Om namah shivaya”, che letteralmente significa “Om è il [Supremo] Nome di Shiva” (“mi inchino al signore Shiva”).
Babaji ha assolto e assolve in India la missione di assistere i profeti nell’adempimento dei loro divini mandati. Per molte cose Babaji è spesso messo in comunione con Cristo, a volte viene anche chiamato il Cristo indiano. Questo perché si dice che insieme trasmettano al mondo le loro vibrazioni redentrici e hanno ideato la tecnica spirituale destinata a portare la salvezza nella nostra era. La missione di questi due grandi maestri illuminati, l’uno ancora nel corpo, l’altro non più, è quella di infondere nei popoli la volontà di rinunciare alle guerre, all’odio razziale, al settarismo religioso e ai mali del materialismo, che si ritorcono contro di loro come un boomerang.
“L’incomparabile maestro si sposta con i suoi discepoli da un luogo all’altro delle montagne,” raccontò Kebalananada (discepolo del discepolo di Babaji). “Dopo essere rimasto per qualche tempo in una località, Babaji dice: Dera danda uthao, ‘”Trasferiamo altrove il nostro campo e il nostro bastone”. Queste parole sono il segnale per un immediato trasferimento del gruppo in un altro luogo.
Kebalananda poi ci ha raccontato alcuni episodi della vita di Babaji: eccone uno. “Una notte i suoi discepoli sedevano attorno a un immenso falò, acceso per celebrare una sacra cerimonia vedica. A un tratto il guru afferrò un tizzone ardente e lo poggiò sulla spalla nuda di un discepolo che si trovava vicino al fuoco. “Signore, che crudeltà!”, protestò Lahiri Mahasaya, lì presente. “Avresti preferito vederlo bruciare e ridursi in cenere davanti ai tuoi occhi, com’era stabilito in base al suo karma passato?”. “Pronunciate queste parole, Babaji pose la sua mano risanatrice sulla spalla deturpata del discepolo”Questa notte ti ho liberato da una morte atroce. La lieve sofferenza procurata dall’ustione è bastata a ottemperare alla legge karmica”.
“Ogni volta che un devoto pronuncia con reverenza il nome di Babaji”, ha detto il suo discepolo Lahiri Mahasaya, “attira istantaneamente su di sé una benedizione spirituale”.
CANALIZZAZIONE
Non c’è niente al mondo che valga la pena di provare tensione, rancore, odio soprattutto. Rimanere equilibrati è la chiave per raggiungere le più alte vette ora e sempre. Quando c’è un allontanamento importante dall’equilibrio allora li c’è bruciare di karma, il resto è tutto bellezza, è tutto meraviglia, è tutto stupore, è tutto lasciarsi cullare da tutto ciò che nel mondo è stato creato, lasciando così il cuore riempirsi di amore e gioia. Il cammino può sembrare tanto ma l’avventura è davvero l’unica cosa importante, e non è evitabile, quindi divertitevi!
Dalla sensazione che mi ha dato penso che in generale, magari non per tutti, abbia a che vedere con il karma.
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