
Uno degli enormi scogli che le fiamme gemelle devono sciogliere e superare durante il loro percorso è la dipendenza affettiva. Sono molte infatti le divine femminili che, ad un certo punto del percorso, si ritrovano ad affrontare questo “mostro”.
Non mi piace generalizzare ma le statistiche in questo caso mi danno ragione. E ha anche un senso logico! Tutto questo succede perché il rapporto di fiamma, nel caso in cui si concludesse in un rapporto di coppia, non può essere dipendente, ma deve essere libero, perché l’amore tra le due controparti non sottostà a nessuna manipolazione.
Ma che cos’è la dipendenza affettiva?
Va da sé che se la patologia è molto grave qualcuno se ne sarà già accorto di soffrirne, ma in realtà i sintomi possono essere ben nascosti nel nostro subconscio e davvero subdoli.
La dipendenza affettiva è una conseguenza della ferita di abbandono. Questo significa che alla base c’è un bambino o una bambina i cui sentimenti e le cui emozioni non sono state pienamente accolte durante l’infanzia dai genitori i da figure ugualmente importanti. Ci sono bambini o bambine che non sono state amate come avrebbero voluto, tanto da fare crescere in loro la convinzione di non essere degni di quell’amore di cui avevano bisogno.
E non servono gesti eclatanti da parte dei genitori, ma basta anche solo un episodio che ha creato in voi forti emozioni per creare questa ferita.
Ancora una volta questo può essere conscio o inconscio, ma il lavoro su di noi sta proprio nel portarlo in superficie ed affrontarlo.
Questo fa sì che soprattutto nelle relazioni, ma anche in altri ambiti, il nostro ego crei dei meccanismi di difesa che spesso, come sappiamo, sono armi a doppio taglio.
Quindi possiamo avere dei tratti di people pleasing che nelle relazioni tendono a diventare un annullare il proprio essere per spostare tutta la nostra energia sul partner per evitare che si avveri la nostra più grande paura, quella di rimane soli, o meglio, quella che nessuno ci ami.
Vedete com’è subdola la cosa? Perché se finisce l’amore in una relazione (cosa che è normale che succeda) dovrebbe significare che NESSUNO ci ama? Eppure è questa la formula che esce dal nostro subconscio.
D’altronde il meccanismo di base potrebbe essere tradotto in: “Se neanche chi mi ha messo al mondo mi ama, perché dovrebbe farlo qualcun’altro? Ma magari, se divento quello che vogliono che sia, se divento perfetta, allora mi ameranno”.
Questo porta non solo ad annullarsi, ma ad aver costante bisogno che l’altro confermi il suo amore per noi. Dall’altra parte, siamo così abituate ad essere quello che vogliono gli altri, che non sappiamo più identificare dentro di noi i nostri bisogni e i nostri desideri. Se vi sentite un minimo tirate in causa, provate a pensarci: “Cosa volete per voi? Di cosa avete bisogno?” Se la risposta è “ho bisogno solo di lui”….allora c’è qualcosa che non va.
Pensate anche come reagite di fronte alle scelte (che possono essere dal decidere in che città vivere alla scelta della pizza sul menù). Avete difficoltà? Riconoscete bene di cosa avete voglia/bisogno?
C’è anche un altro aspetto che esce dalle dinamiche di coppia dei dipendenti, o magari è solo una conseguenza di tutto quello detto finora. Il dipendente tende a richiedere al partner, come conferma, conferme affettive sempre più esagerate ed incongruenti e a non sentirsi amato in maniera sufficiente ed adeguata. Talvolta aumenta tali richieste fino a determinare una rottura definitiva del rapporto.
Questo significa che la propria felicità dipende completamente dalla vicinanza di una persona supportiva. Questo si può notare anche dai rapporti di lavoro per esempio: riuscite dare il meglio quando lavorate da soli o il gruppo vi dà forza? Perché? Ma il problema non inizia quando la coppia è già formata. Siccome, come dicevamo prima, il dipendente ha spesso una percezione di sé come una persona non meritevole d’amore, di conseguenza tenderà sin dall’inizio a scegliere inconsapevolmente partner problematici, evitanti, anaffettivi che andranno a confermare l’immagine negativa che il dipendente ha di sé.
Anche questo aumenta la presenza di tantissimi sensi di colpa all’interno del dipendente, soprattutto quando va in sovraccarico di tutto ciò ed entrerà in ribellione. Questi senti di colpa lo porteranno a recuperare subito la situazione e a ricominciare da capo. Se non riesce a recuperare e la relazione si sfalda allora si butterà subito in una nuova relazione, ripetendo le stesse scelte e ricominciando tutto da capo.
Capite perché tutto questo non può sussistere in una relazione di fiamma gemella?
Ma poi, anche non foste fiamme, vorreste una relazione di questo tipo?
Come si esce allora da questo circolo vizioso?
Con lo Shadow working si può andare a lavorare sugli eventi che hanno creato il trauma di abbandono, mentre nel presente si può osservare come questo trauma si espone e perché, cercando di non reagire come vorrebbe l’ego per proteggerci, ma comprendere cosa è meglio realmente per noi.
Se siete fiamme ascoltate la vostra controparte, soprattutto quando fa male, perché può darvi ottimi indizi su dove andare a lavorare.
È un lavoro lungo e difficile, ma come tutti questi lavori può darvi un equilibrio ed una libertà mai provati un vita vostra. Provare per credere.
Vi lascio con una piccola canalizzazione dai Registri Akashici sul tema.
Registri cos’è la dipendenza affettiva?
È un blocco messo dall’ego sulla vostra strada spirituale.
Perché l’anima decide di lavorare con questa tema in una vita?
L’anima ha bisogno di elevarsi e nel corpo umano di comprendere che è un frammento dell’intero universo ma collegato a tutto. Uno dei grandi temi da comprendere sulla terra e nella materia è che in realtà non siamo divisi, e questo fa sì che comprendiamo che non abbiamo bisogno di nessuno perché siamo tutti uno. E questo tutto che è il divino non lo troviamo fuori ma dentro di noi. Il collegamento e letteralmente l’intero universo lo troviamo dentro di noi. E se dovessimo cercare un punto fisico, lo troviamo leggermente alla sinistra del terzo chakra. Un punto luminoso, a volte chiamato stella di incarnazione, in cui troviamo l’intero universo, l’intero divino, dentro di noi. E da lì si irradia in tutto il corpo materiale. (Questa immagine ce l’hanno data per facilitare chi lavora con la meditazione e la visualizzazione)
Come si può lavorare per guarire la dipendenza affettiva in questo mondo materiale?
Sicuramente percorrendo un percorso spirituale di conoscenza di sé, allineandosi sempre di più alla propria anima. Bisogna osservare le strategie del nostro Ego e comprenderne le motivazioni. D’altra parte lavorare per aumentare le nostre vibrazioni, con qualsiasi tecnica sia a voi più affine. Come ripetiamo sempre non c’è una tecnica più valida di altre, vi sono state date varie e differenti tecniche da utilizzare così che tutti siano in grado di scegliere la propria ed abbiano la possibilità di elevarsi.
Messaggio dall’Arcangelo Raffaele.
Se voi poteste vedervi con i nostri occhi quali esseri perfetti che siete! Avete tutto dentro di voi e tutte le possibilità del mondo per avanzare. Non abbiate paura del dolore perché spesso è curativo. E dura davvero poco se imparate poi a lasciarlo andare quando il suo lavoro è finito.
Capiamo che a volte il dolore vi faccia sentire vivi, che a volte il soffrire vi faccia sentire più umani, ma credetemi, non c’è davvero bisogno di prolungarlo nel tempo perché in realtà voi siete esseri universali. Se avete bisogno di sentirvi umani e vivi, utilizzate il vostro corpo che è la massima espressione di materialità. Aumentate lo scorrere del vostro sangue (inteso come movimento fisico) e sentirete la vita in voi.
La vostra anima è fatta d’amore e la sfida più grande è proprio comprendere come riconoscere questo amore in voi e per voi.
Amatevi.
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