
Cammini nel buio, non puoi fare niente e non sai dov’è l’uscita: l’unica cosa che avresti voglia di fare è raggomitolarti e piangere sperando che qualcuno venga a tirarti fuori. Purtroppo non succederà.
Questa è la più breve spiegazione della notte buia dell’anima, d’ora in avanti denominata NBA, conosciuta anche come Dark night of the suol, ma cosa succede quando ti ritrovi in questo periodo? Innanzitutto vorrei precisare che si sente spesso parlare NBA come una preilluminazione, un prerisveglio spirituale, dando per scontato che succeda solo una volta nella vita e quando ti riprendi sei completamente risvegliato spiritualmente. Per la mia esperienza non è così…anche solo per il fatto che sto passando la seconda della mia vita: la prima mi ha portato al percorso di fiamma gemella….ho quasi paura di sapere dove mi porta questa seconda. Ma sto cominciando a farmi un’idea, stanno cominciando ad arrivarmi immagini di quello che succede quando il buio cade su di noi. Sicuramente la NBA fa parte di un processo in cui le tue vibrazioni si stano alzando, quindi di un avanzamento spirituale, ma non penso ne sia parte attiva. Come quando tu fai un intervento fisico, hai bisogno di tempo perché il tuo corpo si riprenda, così quando ricevi, o scatta, l’avanzamento vibrazionale o spirituale, il tuo corpo fisico e il tuo ego hanno bisogno di tempo per abituarsi, riequilibrarsi con questa nuova tua energia e soprattutto, penso, per adeguare il tuo nuovo stato al mondo terreno che già di solito non è facile, e quando fate un salto evolutivo, ancora meno. Quindi è un tempo necessario da passare e per questo non penso ci siano cose particolari da fare per uscirne prima. Può sembrare però che ci siano: perché quando il tuo corpo si è adeguato, comincia ad usare nuove intuizioni e nuove abilità per ristabilire l’equilibrio necessario per andare avanti. La prima volta che mi è successo infatti, la NBA si è conclusa quando ho deciso di fronteggiare direttamente tutto quel dolore, lasciandomi cadere fino al fondo, da dove poi ho cominciato a risalire per uscirne. Questa volta non funziona. Quando ci ho provato mi è stato detto chiaramente dalle mie guide che non è il momento di uscirne: da qui tutta la visione che vi ho appena spiegato. Quindi sicuramente non se ne può uscire prima del previsto e sicuramente non si possono usare vecchie tecniche per farlo.
Ma impariamo intanto a riconoscerla. E’ difficile dire cosa succede all’inizio, perché non te ne accorgi subito. Ma penso che inizi con un’irritazione verso il resto del mondo peggiore del solito, o meno facilmente gestibile, per passare poi a non avere più voglia di fare niente, neanche le cose che ci piacciono di più. Avremo solo voglia di dormire o semplicemente stare sotto le coperte davanti alla tv, e niente ci da più soddisfazione. Può assomigliare molto alla depressione inizialmente, ma poi hai dei momenti di lucidità in cui pensi “Cavolo, io un bel po’ di percorso spirituale l’ho fatto! Ho degli strumenti per superare questi stadi. Perché non li sto usando?” …perché non ne hai proprio voglia, o peggio, non pensi più siano utili o tu sia in grado di usarli. Cominci allora a mettere in discussione tutto quello in cui hai creduto fino ad ora, nel mio caso tutto il percorso spirituale dell’anima che da anni studio e di cui sono fortemente convinta. Questo in particolare è successo la prima volta: i miei pensieri erano “ho buttato anni della mia vita ad inseguire questa convinzione e non mi ha dato altro che problemi: ora cosa faccio della mia vita?” Questa volta invece la mia “fede” in ciò che credo esternamente non è vacillata: è bella ferma. Vacilla invece molto la fede in me e nelle mie capacità. Oltre a non aver la spinta per utilizzarli per aiutarmi ad uscirne, ogni volta che provo ad utilizzarli per me succede qualcosa che mi fa credere che più non esistono. O meglio: esistono per gli altri ma non per me. Perché quando lavoro per gli altri, durante le mie consulenze o con i tarocchi o con i registri e quant’altro, è come se fossi in una bolla e questa NBA non mi tocca per niente. L’unica differenza è che alla fine del consulto sono senza energie mille volte di più che normalmente, e torno a richiudermi nel mio bozzolo di coperte. Nei pochi momenti di lucidità poi mi rendo conto di pensieri proprio distruttivi che ho su di me e sulle mie capacità, che mi portano proprio più a non credere in me, nelle mie azioni sia spirituali che terrene. Questa volta è stata talmente tanto forte questa sensazione che pensavo addirittura ad un attacco energetico esterno, arrivando addirittura a pensare che fosse in atto una sorta di possessione. Ho passato periodi sempre stanca, arrabbiata e questo mi faceva diventare anche cattiva alle volte e solo dopo molto tempo che la terza persona a cui mi ero affidata per questa cosa mi parlava di dinamiche interne a me ho cominciato ad accettare la cosa e a capire. E da qui ho cominciato a cercare, spesso anche a implorare, soluzioni. Ma non è ancora tempo di uscire. Spesso l’accettazione aiuta a sopportare il fardello, ma non diminuisce il dolore che si prova.
Non rimane altro che aspettare che il tempo di recupero finisca, provando ad ascoltare questo dolore perché comunque qualcosa vuole insegnarci, qualcosa che sicuramente ci aiuterà con il nostro nuovo dono che sta per arrivare. Nella frase all’inizio ho scritto “Non succederà” perché nessuno può farti uscire da questa notte se non voi stessi.
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