
Sì avvicina il natale, momento molto frenetico, ma spesso anche magico. Le mille lucine che aleggiano ovunque ci lasciano con gli occhi sognanti in un periodo dove di luce se ne vede bene poca. È infatti proprio la luce che queste lucine celebrano, che simboleggiano, personificando un augurio di buon cammino alla luce del sole che dal solstizio d’inverno rinasce e riprende il suo ciclo per diventare sempre più durevole durante il giorno: fino ad ora è stata decrescente, d’ora in poi crescerà fino a raggiungere il suo apice. Direi quindi che generalmente qualsiasi festeggiamento ci sia, o ci sia stato, in questo periodo, si possa chiamare festa della luce. E per arrivare al Natale di oggi molte sono state le feste negli anni che celebravano varie divinità rappresentanti l’aspetto maschile, solare, il sole in sé e il suo nuovo viaggio. La celebrazione più antica arrivata a noi proviene dall’attuale Siria, portata poi a Roma da Caracalla grazie alle tradizioni della madre che appunto era una sacerdotessa originaria della Siria, di una città allora chiamata Emesa. Si trattava di un culto di un dio solare chiamato El Gabal che in quegli anni diventa protettore di Roma. Passati un paio di imperatori però questa tradizione cadde, ma non il culto di un dio solare. Probabilmente al seguito di soldati che tornavano dalle campagne in oriente, il dio solare più importante divenne Mitra, chiamato nella città eterna Sol Invictus, il sole non sconfitto, che non muore mai ritorna sempre al suo splendore. Sono ormai famosi i parallelismi tra Mitra e la figura di Gesù, soprattutto per quanto riguarda le festività di dicembre. Anche Mitra, come Gesù, fu mandato sulla terra dal padre per combattere contro il male; anche lui era attorniato da dodici seguaci e con essi celebrò l’ultima cena prima di morire; anche Mitra resuscitò dal regno dei morti, in qualità proprio di sole non sconfitto, e proprio per questo ha la testa circondata da un aureola di raggi solari, quindi di luce; anche il culto di Mitra parla di inferno, cielo e di giudizio universale; anche il giorno dedicato a Mitra era la domenica; anche il gran sacerdote del culto di Mitra veniva chiamato Papa e portava il copricapo frigio di colore rosso, un mantello rosso, un anello ed un bastone pastorale; anche gli iniziati al mitraismo praticavano un rito di consumazione di pane, vino ed acqua. Ancora prima, la leggenda di Romolo e Remo, narra di un culto solare, derivante dalle campagne e dalle tradizioni precedenti alla fondazioni di Roma in cui si celebrava la figura chiamata Sol Indiges, ovvero il sole indigeno. La luce e la sua celebrazione rimane comunque tutt’ora protagonista nel ricordo atavico di tutti in questo periodo. Quindi, buona luce a tutti!!
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